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                                                                                SPIGNO SATURNIA                              
 
 
 
 Il nome Spigno va ricondotto all’ambiente naturale e a due piante spinose largamente presenti sul territorio spignese: il biancospino e il pruno selvatico. Quest’ultimo veniva utilizzato anche per rinforzare le palizzate dei recinti: i suoi aculei proteggevano sia dalle bestie, sia da eventuali assalitori. All'indomani dell'unità d'Italia, il 16 novembre 1862, il comune aggiunse il nome di Saturnia a quello di Spigno, costituendo l’ultima variazione di una denominazione che, nelle carte più antiche, appare in diverse dizioni: Spini, Spinei, Spiniu, Spineo, Spingium e Spingo.Storicamente l’aggregato di Spigno si fa risalire alla formazione di diversi pagi, piccoli villaggi di pastori (a Campovivo, dove sopravvivono resti di un bel muro poligonale, Campola di San Giovanni Aracoeli, Casarine, Colle di Teti). Questo paese si divide in due diversi insediamenti: Spigno Vecchio (o Superiore) e Spigno Nuovo (o Inferiore). Quest’ultimo è nato in pianura, successivamente agli eventi bellici del 1943-44, in seguito ai quali rimase distrutto quasi completamente l’antico insediamento di collina, inducendo gran parte degli abitanti ad abbandonarlo progressivamente. Il paese antico di Spigno si svolge secondo le antiche trame delle curve di livello e delle necessità di difesa, con case addossate, stradine o scalinate strette, edifici modesti, ma decorosi, secondo una tradizionale cultura contadina, rigorosa ed essenziale.Spigno Vecchio si adagia in una vallata che si apre sul versante orientale dei monti Aurunci. I1 suo territorio è prevalentemente montuoso e comprende quella che, con i suoi 1533 metri, è la più alta delle cime degli Aurunci: i1 monte Petrella; a questa fanno da corona i monti Sant’Angelo, Campetelle, Rave Grande, Strappaduro e Fammera. La Spigno di pianura è collocata lungo un’arteria di grande scorrimento, la superstrada Cassino-Mare, che assicura una continua relazione fra il comune e le realtà economiche e insediative circostanti. I1 nuovo abitato è sorto con molta semplicità, senza grandi orpelli, ma con dignità, raccogliendosi attorno ai tradizionali punti di riferimento, il Palazzo comunale e la Parrocchiale e manifestando, in questi ultimi anni, concreti segni di espansione sul territorio. La montagna di Spigno Saturnia è generosa anche grazie al suo carsismo: l’accumulo ipogeo di acque, difatti, consente la formazione di grandi serbatoi che dissetano tutti i centri del sud della provincia di Latina, incluse Formia e Gaeta. La più grande delle sorgenti è quella di Capodacqua, che i romani già utilizzavano dal 72 d.C., quando l’imperatore Vespasiano la collegò, attraverso un imponente acquedotto, all’insediamento di Minturnae. La parte più alta di Spigno è dominata dai ruderi del Castello medioevale, una poderosa fortezza in pietra, con alta torre quadrata e torrioni laterali. Intorno all'anno Mille una famiglia di origine normanna, di cui non si conosce il nome, costruì il "Castrum" (fortezza), ponendo le sue fondamenta su uno sperone di roccia a forma trapezoidale. Tutto l'impianto è circondato da una cinta muraria, munita di torri di guardia e di torrioni laterali. Nel corso dei secoli, il Castello subì notevoli danneggiamenti. Nel 1690, della fortezza rimaneva in piedi soltanto l'alta torre quadrata con gli edifici in rovina, compresa la chiesa di San Lorenzo, sita all'interno dell'impianto, nella cripta della quale si notano ancora oggi tracce di affreschi probabilmente di scuola benedettina. Abolita la feudalità (1806) il Castello divenne proprietà privata e da allora le strutture murarie subirono un progressivo abbandono. Alla fine di gennaio del 1944, a causa delle operazioni di guerra lungo la vicinissima linea "Gustav", i Tedeschi fecero saltare in aria l'alta torre, causando danni irreparabili alle restanti parti dell'impianto. Oggi restano i due torrioni cilindrici. Interessanti la Chiesa di Santa Croce, di costruzione medioevale, ampliata nel Settecento e restaurata nel dopoguerra, comprende una navata centrale e due navatelle laterali; la piccola Chiesa rurale di San Gerardo, dotata di campanile, in località Capodacqua, eretta forse alla fine del Seicento; la nuova Parrocchiale di San Giovanni Battista che è stata edificata a Spigno inferiore, in ricordo di un’altra antica chiesa, edificata forse nel Trecento, che sorgeva nel paese alto e che fu completamente distrutta dalla guerra. 
 
 
 
 
 
 
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